La paura di un alito cattivo può minare la sicurezza in noi stessi ed avere conseguenze negative nello svolgersi anche dei più normali rapporti interpersonali. Un bel sorriso ed un alito profumato sono il più bel biglietto da visita che possa venir presentato, eppure a volte non sono così facili da ottenere. Ne parliamo col dott. Patrizio Spediacci, specialista in odontostomatologia.
A tutti è sicuramente capitato di avere la sensazione di un alito pesante, ha spesso pazienti che si rivolgono a Lei per risolvere questo problema?
P.S. I pazienti difficilmente affrontano direttamente questa problematica, scelgono di rivolgersi a me denunciando altri sintomi infiammatori, in particolare il sanguinamento, che si accompagnano quasi sempre all’alitosi. Preferiscono di solito non parlare esplicitamente del problema alito cattivo, e del resto non è poi così importante sottolinearlo, l’alitosi è la conseguenza fastidiosa di uno stato infiammatorio, ed è su quello che bisogna agire per eliminarla. Finiti i trattamenti poi, la prima cosa per cui mi ringraziano è proprio la ritrovata sensazione di alito sempre fresco.
Partiamo dall’inizio, ci spieghi cos’è l’alitosi e chi ne soffre.
P.S. Col termine ALITOSI si indica l’odore sgradevole, speso fetido, dell’aria emessa durante gli atti di fonazione e respirazione. E’ una condizione che può interessare chiunque, bambini, adulti ed anziani, e può essere profondo motivo di disagio specie nei rapporti interpersonali. L’alito cattivo è dovuto alla produzione, da parte di alcuni batteri patogeni, di molecole chiamate VSC, ossia composti sulfurei volatili, ed è legato alle cattive condizioni della bocca o ad abitudini che possono essere corrette.
La causa quindi è una cattiva igiene orale? Ci spieghi bene...
P.S. Una cattiva igiene orale ne è la fonte preminente. La pulizia accurata dei denti è essenziale per evitare l’alitosi. Un’igiene scarsa non allontana i residui alimentari e favorisce l’accumulo di una sottile pellicola (placca batterica) sulle superfici dei denti, delle gengive e della lingua. I batteri utilizzano queste sostanze e producono composti che sono la causa principale del cattivo odore. Adottare sane abitudini di igiene orale può estinguere il problema in poco tempo, i denti vanno lavati almeno due volte al giorno, e vanno puliti in profondità; anche la lingua va spazzolata, specialmente in prossimità della gola. Scovolini e fili interdentali sono da adoperarsi almeno una volta al giorno per raggiungere i residui di cibo che si sono accumulati negli spazi interdentali, così come è bene risciacquare la bocca almeno 30 secondi con il collutorio.
Ci sono poi delle cause secondarie, come la secchezza della bocca, che pure possono essere causa di alito cattivo: bere spesso e molto è quindi da consigliarsi, e pure evitare, come insegna la saggezza popolare, cibi come cipolle, aglio e porri, ma anche bevande come alcol e caffè.
Il problema dell’alitosi può avere anche cause più importanti, per le quali i rimedi e i consigli fin qui riportati potrebbero risultare insufficienti?
P.S. E’ bene sottolineare che tutte le patologie che colpiscono il cavo orale aumentano l’alitosi: gengiviti, paradontiti e carie estese ne sono spesso la causa principale. Contrariamente a quanto spesso si pensa, solo nell’ 8% dei casi di alitosi l’eziologia è di origine laringoatrica, e solo l’ 1% di origine correlata a disturbi gastrici.
Il 90% delle volte quindi, la soluzione al problema alito cattivo sta nel cavo orale. Una visita dal dentista ogni 6 mesi è perciò sempre indispensabile, sia per una pulizia professionale, che per un controllo delle carie e della salute delle gengive.
La patologia che però per definizione procura alitosi è la paradontite.
Come si cura una paradontite?
P.S. La paradentite nasce principalmente dai batteri che non sono stati eliminati da una corretta igiene orale accurata e costante, la soluzione, fino a tempi recenti ,richiedeva un intervento chirurgico piuttosto invasivo, oggi c’è una nuova tecnica rivoluzionaria, che si basa sull’utilizzo del laser associato a root planning e scaling, che evita di intervenire chirurgicamente sulle gengive. Questo grazie all’effetto battericida e biostimolante della terapia laser assistita. Nella terapia attiva col microscopio, si elimina il tartaro sopra e sotto gengivale e col laser si decontamina la zona orale, distruggendo anche i batteri che si depositano nelle sacche paradontali.
La terapia laser consente di ridurre l’alitosi, il sanguinamento e la mobilità dei denti, inoltre permette una più rapida rigenerazione dei tessuti ed elimina progressivamente le tasche paradontali.
Un ultimo consiglio ai nostri lettori?
P.S. E’ necessario mantenere in buona salute la propria bocca, controllando periodicamente col dentista lo stato di denti e gengive. Una visita dal proprio dentista almeno due volte all’anno aiuterà a prevenire l’insorgere di ascessi e carie, e una pulizia dei denti professionale eliminerà placca batterica e tartaro.
E poi usate il sorriso... ad ogni occasione.